Autore: Dipendenti in Cloud
Le ferie sono un diritto fondamentale del lavoratore, a cui egli non può rinunciare, in cambio di denaro, né spontaneamente, né dietro richiesta del datore di lavoro.
Questo, in termini tecnici, viene definito divieto di monetizzazione delle ferie.
Il datore, a sua volta, ha il dovere di organizzare le attività affinché il dipendente possa godere del suo diritto alle ferie.
Le aziende che non rispettano le regole possono incorrere in sanzioni, anche severe.
Tuttavia, in alcuni casi, il divieto di monetizzazione viene meno e le ferie possono essere liquidate in busta paga, ad esempio in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, oppure se si tratta di riposi eccedenti il minimo legale.
In questo capitolo tratteremo l’argomento in modo esaustivo. Aggiungeremo anche alcuni consigli per organizzare le ferie dei dipendenti, così da evitare accumuli di ferie non godute, quindi il rischio di sanzioni.
L'articolo 36 della Costituzione, riferimento primario per la normativa ferie sancisce che il dipendente ha diritto a ferie annuali retribuite e non può rinunciarvi.
Il minimo di ferie previsto per legge è di quattro settimane all’anno. Secondo il Decreto Legislativo 213/2004, almeno due settimane devono essere fruite nell’anno di maturazione, mentre le restanti devono essere godute entro i 18 mesi successivi.
Ad esempio:
Su queste 4 settimane di ferie obbligatorie vige il divieto di monetizzazione, ossia di liquidazione in busta paga, anche parziale, come imposto dal Decreto Legislativo 66/2003.
In pratica, questo significa che il datore di lavoro non può impedire al dipendente di usufruire delle ferie, e il lavoratore non può rinunciarvi in cambio di denaro.
Il divieto di monetizzazione viene meno in una serie di circostanze, che rendono possibile, anzi obbligatorio pagare le ferie non godute ai propri dipendenti: vediamole assieme.
Un dipendente può terminare il proprio rapporto di lavoro e avere delle ferie accumulate. Non le può smaltire, perché gli manca il tempo necessario: il pagamento delle ferie non godute gli è dovuto.
I motivi della cessazione del rapporto possono essere vari:
L’obbligo di retribuzione delle ferie non godute si applica a tutti questi casi.
Oltre alle 4 settimane obbligatorie, un dipendente può avere a disposizione ulteriori ferie. Le potremmo definire “contrattuali”, perché stabilite o dalla contrattazione collettiva o anche da contratti individuali stipulati con i singoli lavoratori.
Anche in questo caso il pagamento delle ferie non godute è ammesso dalla legge, perché riguarda giorni aggiuntivi al minimo legale. Quindi il dipendente può rinunciare a godere delle ferie in cambio di una retribuzione da inserire in busta paga.
L’indennità sostitutiva, cioè la liquidazione delle ferie non godute, si calcola moltiplicando le ferie residue per la retribuzione giornaliera oppure oraria.
A seconda dei casi, si dovrà considerare:
Facciamo un esempio: un dipendente con retribuzione lorda oraria di 10,00 euro si dimette dal rapporto di lavoro e ha ancora 20 ore di ferie residue.
Il pagamento dovuto sarà di:
10,00 euro *20= 200,000 euro lordi.
Su questa somma bisognerà applicare il pagamento dei contributi INPS e della tassazione IRPEF.
L’azienda può incorrere nelle seguenti sanzioni, stabilite dal Decreto Legislativo 66/2003 e maggiorate del 20 per cento dalla Legge di Bilancio del 2019:
Ma non finisce qui. I dipendenti coinvolti infatti potrebbero agire in giudizio contro l’azienda, con un duplice obiettivo: chiedere il risarcimento del danno psico-fisico causato dal mancato godimento delle ferie e il godimento delle stesse.
Evita gli accumuli di ferie e le sanzioni per ferie obbligatorie non godute!
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come tenerle sempre sotto controllo.
Come abbiamo visto, sono previste sanzioni molto severe per ferie e permessi non goduti dai dipendenti.
Per evitarlo, è necessario prima di tutto ridurre il più possibile l’accumulo di troppi giorni di ferie per periodi molto lunghi.
Ecco alcuni suggerimenti:
In ogni caso, non puoi obbligare il dipendente a prendere le ferie. E se, nonostante tutti i tuoi sforzi per venirgli incontro, il lavoratore continuasse a non chiedere la fruizione delle ferie?
Probabilmente perderebbe il diritto al pagamento ferie non godute e tu non avresti responsabilità.
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