Capitolo 5

Ferie non godute

Di regola è vietato il pagamento delle ferie non godute, anche se ci sono delle eccezioni. Scopri i dettagli della normativa e alcuni accorgimenti per evitare l’accumulo di ferie.

Autore: Dipendenti in Cloud

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Il lavoratore ha diritto a godere di un minimo di 4 settimane di ferie annuali retribuite e non può rinunciarvi in cambio di denaro, né spontaneamente, né dietro richiesta del datore di lavoro: in questo consiste il divieto alla monetizzazione delle ferie, imposto dalla legge italiana. Le aziende che non rispettano questa proibizioni possono essere multate o sanzionate in vari modi.

Nel capitolo approfondiremo questo divieto e tratteremo delle deroghe alla regola. Aggiungeremo anche alcuni consigli per organizzare le ferie dei dipendenti e quindi evitare multe salate. 

 

Ferie obbligatorie e divieto di monetizzazione: cosa impone la legge

Iniziamo con il riprendere alcuni concetti fondamentali. Come abbiamo già avuto modo di vedere nel capitolo sulla normativa ferie, il dipendente:

  • ha diritto a un minimo di quattro settimane di ferie retribuite;
  • due di queste vanno godute nell’anno in cui sono state maturate, mentre le altre due possono essere fruite entro 18 mesi dalla maturazione.

Ad esempio, le ferie maturate nel 2024 vanno consumate per metà entro l’anno e per l’altra entro il 30 giugno del 2026.  

Su queste 4 settimane di ferie obbligatorie vige il divieto di monetizzazione, ossia di liquidazione in busta paga, anche parziale. Ma cosa vuol dire esattamente? Significa che tu non puoi impedire a un tuo dipendente di fruire delle sue ferie, nè lui rifiutarsi di farle, in cambio di un compenso in denaro.

 

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Ferie non godute: quando possono (e devono) essere pagate

Il divieto di monetizzazione viene meno in una serie di circostanze, che rendono possibile, anzi obbligatorio pagare le ferie non godute ai propri dipendenti: vediamole assieme.

1. Cessazione del rapporto di lavoro

Un dipendente può terminare il proprio rapporto di lavoro e avere delle ferie accumulate. Non le può smaltire, perché gli manca il tempo necessario: il pagamento delle ferie non godute gli è dovuto.

I motivi della cessazione del rapporto possono essere vari:

  • dimissioni del dipendente,
  • licenziamento da parte del datore di lavoro,
  • risoluzione consensuale del rapporto,
  • scadenza del contratto a tempo determinato.

L’obbligo di retribuzione delle ferie non godute si applica a tutti questi casi.
 

2. Ferie eccedenti il minimo legale

Oltre alle 4 settimane obbligatorie, un dipendente può avere a disposizione ulteriori ferie. Le potremmo definire “contrattuali”, perché stabilite o dalla contrattazione collettiva o anche da contratti individuali stipulati con i singoli lavoratori.

Anche in questo caso il pagamento delle ferie non godute è ammesso dalla legge, perché riguarda giorni aggiuntivi al minimo legale. Quindi il dipendente può rinunciare a godere delle ferie in cambio di una retribuzione da inserire in busta paga.

Nel webinar di Dipendenti in Cloud Real Talks, Raffaele Balestra, amministratore delegato di The Binding Site, offre preziosi consigli sulla gestione delle ferie non godute.

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Pagamento delle ferie non godute: a quanto ammonta

L’indennità sostitutiva, cioè la liquidazione delle ferie non godute, si calcola moltiplicando le ferie residue per la retribuzione giornaliera oppure oraria. A seconda dei casi, dovrai considerare:

  • il compenso al momento della cessazione del rapporto di lavoro;
  • la retribuzione al momento del pagamento o nel periodo di non godimento delle ferie: se si tratta di ferie eccedenti il minimo legale.

Facciamo un esempio: un dipendente con retribuzione lorda oraria di 10,00 euro si dimette dal rapporto di lavoro e ha ancora 20 ore di ferie residue.
Il pagamento dovuto sarà di:
10,00 euro *20= 200,000 euro lordi.

Su questa somma bisognerà applicare il pagamento dei contributi INPS e della tassazione IRPEF.

 

Ferie obbligatorie non godute: quali sono le conseguenze per l’azienda

Cosa succede se un tuo dipendente non usufruisce delle ferie obbligatorie nei tempi previsti dalla legge?
Ecco le conseguenze:

  • la tua azienda è obbligata a versare all’INPS i contributi previdenziali sulle ferie non godute;
  • rischi multe commisurate alla gravità dell’infrazione, di importo variabile dai 100 ai 4500€;
  • i dipendenti coinvolti possono agire in giudizio contro l’azienda, con un duplice obiettivo: chiedere il risarcimento del danno psico-fisico causato dal mancato godimento delle ferie e il godimento delle stesse.

 

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Come evitare l’accumulo: ferie forzate e pianificazione

Come abbiamo visto, potresti ricevere sanzioni molto severe per ferie e permessi non goduti dai tuoi dipendenti. Per evitarlo, dovresti prima di tutto ridurre il più possibile l’accumulo di troppi giorni di ferie per periodi molto lunghi.
Ecco come puoi fare:

  • Programmare la chiusura aziendale in periodi in cui la produttività sarà particolarmente bassa (ad agosto, oppure nel periodo natalizio). Questo per i dipendenti sarà un periodo di ferie forzate.
  • Chiedere ai tuoi dipendenti di pianificare le ferie con dovuto preavviso in uno o più periodi stabiliti da te. Così facendo, la maggior parte delle assenze colpirà i giorni in cui sai che l’attività aziendale sarà meno intensa. Trovi alcuni consigli interessanti in merito a questo punto nostra guida pratica alla pianificazione delle ferie.
  • Monitorare le ferie residue di ogni dipendente. Potrai così intervenire in modo tempestivo su un accumulo che potrebbe diventare problematico nel tempo.
  • Inviare comunicazioni scritte al dipendente, per rendergli chiara la tua disponibilità a fargli fruire delle ferie. Non sai da dove iniziare? Leggi i nostri consigli sulla comunicazione delle ferie.

In ogni caso, non puoi obbligare il dipendente a prendere le ferie. E se, nonostante tutti i tuoi sforzi per venirgli incontro, il lavoratore continuasse a non chiedere la fruizione delle ferie? Probabilmente perderebbe il diritto al pagamento ferie non godute e tu saresti sollevato da ogni responsabilità.

 

 

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