Employer branding: cos'è e perché serve a una piccola impresa

L’employer branding consente di far notare l'azienda a candidati interessanti e talentuosi. Vediamo significato e vantaggi, anche per le imprese di modeste dimensioni.

Autore: Dipendenti in Cloud

 

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Oggi per le aziende riuscire a essere competitive sul mercato è ancora più importante che in passato, complice l’avvento della globalizzazione prima e della digitalizzazione poi.

Le ragioni sono legate al costante ingresso di nuove aziende e alla commercializzazione di altrettanti prodotti, a fronte di una rivalità sempre più agguerrita. Un discorso che vale anche per l’acquisizione dei lavoratori più qualificati.

L’employer branding sotto tale punto di vista si rivela una soluzione in grado di portare benefici concreti, in quanto permette di far emergere un’immagine vincente dell’impresa.

In questo modo viene creata un’identità considerata attraente dai potenziali candidati e si contribuisce a ridurre il turnover del personale già assunto.

Vediamo nel dettaglio in cosa consiste l’employer branding e come aiuta tutte le aziende, anche le più piccole. Inoltre, scopriamo anche come puoi iniziare ad occuparti di questo particolare ambito della gestione del personale.


 

Cos'è l’employer branding e a cosa serve

Partiamo dalla base, ovvero con il dare una precisa definizione di employer branding. Con tale espressione s’intende l’immagine che l’azienda trasmette di sé e, di conseguenza, la reputazione che assume.

Tale immagine è costituita da un insieme di caratteristiche, “tangibili” e non, come ad esempio l’orario di lavoro, la retribuzione, il valore e il prestigio di lavorare per quell’azienda.

Tramite le strategie di employer branding, si comunica l’immagine aziendale ai potenziali candidati. In questo processo assumono importanza anche i dipendenti già assunti che si fanno ambasciatori dell’azienda per cui lavorano.

A cosa serve l’employer branding? L’obiettivo finale è il coinvolgimento dei dipendenti prima ancora che avvenga l’assunzione. L’impresa dovrebbe apparire come la Best Employer of Choice, ovvero la migliore scelta possibile.

Gli scopi principali, quindi, sono di attrarre i migliori talenti tra quelli presenti sul mercato e di fare in modo che siano motivati a far parte dell’azienda.

Ciò comporta che se il candidato si trova indeciso tra due o tre proposte, non abbia dubbi: sceglierà quella che gli può garantire i migliori stimoli, per la crescita professionale e personale. È qui che agisce l’employer branding, in maniera spesso decisiva.

 

Perché è importante, anche per una piccola azienda

Le ragioni per cui l’employer branding è importante per le aziende di grandi e ancora di più di piccole dimensioni sono diverse.

Proviamo a spiegarci meglio riportando alcuni dati:

  • Stando a quanto afferma uno studio del Boston Consulting Group, una strategia di employer branding permette di ridurre il tasso del turnover del personale fino al 28%.
  • L’87% delle aziende ha difficoltà ad acquisire le professionalità di cui ha effettivamente bisogno (Fonte: McKinsey & Company).
  • Secondo il talent trends report 2023 di Randstad, il 48% dei responsabili delle risorse umane reputa che i problemi dell’organizzazione derivino soprattutto dall’assenza di personale qualificato e dalle dimissioni volontarie dei collaboratori più validi.
  • Sempre in base a quanto riportato da Randstad, un lavoratore su dieci ha cambiato azienda nella seconda metà del 2021, a fronte di una stima annuale complessiva intorno al 25%.

Numeri che parlano da soli e che mostrano come oggi sia sempre più importante ricercare talenti in grado di diventare risorse preziose per l’impresa.

Professionisti su cui poi continuare a investire attraverso la formazione del personale. In questo modo, vengono ottimizzate non solo performance aziendali, ma anche l’immagine dell’organizzazione.

Le strategie di employer branding sono importanti anche per la cosiddetta Talent Acquisition, ovvero il processo che porta all’acquisizione di nuove professionalità qualificate in relazione alle necessità imprenditoriali. Ecco perché sono così importanti per le imprese.

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I vantaggi di gestire l'employer branding

I benefici che permette di ottenere una gestione efficace dell’employer branding sono diversi.

Vediamo quelli più importanti:

  • Migliora l’immagine dell’azienda sia verso i clienti e i potenziali utenti interessati, sia verso quanti sono già stati assunti.
  • Influisce positivamente sugli altri strumenti di marketing, in particolare sulle campagne social e sulle community presenti al loro interno. Un discorso che vale per tutte le piattaforme e in particolare per Facebook, Twitter e naturalmente LinkedIn.
  • Genera ulteriore traffico verso il sito web.
  • Consente di acquisire talenti nel momento in cui l’azienda ne ha la necessità.
  • Permette all’impresa di avere un vantaggio competitivo rispetto ai diretti concorrenti.
  • Incentiva i dipendenti e i collaboratori già assunti, che risultano così ulteriormente motivati e stimolati.
  • I dipendenti diventano i primi portavoce del valore aggiunto dell’azienda in cui lavorano: in questo modo promuovono da protagonisti la vision di business che contribuiscono a creare. Il loro parere è percepito come autorevole da parte dei clienti, più di qualsiasi recensione.

 

Chi fa employer branding

A questo punto viene spontaneo porsi questa domanda: a chi spetta in azienda occuparsi dell’employer branding in modo da cercare e trovare il personale più qualificato?

La figura classica che assolve questo compito è quella di un HR Manager preparato: un responsabile delle risorse umane dovrebbe essere in grado di elaborare le migliori strategie in tal senso.

Non è l’unica figura che può dedicarsi all’employer branding. In questo compito può essere affiancato o sostituito dall’amministratore o dallo stesso titolare. Un discorso che vale in particolare se nella tua piccola impresa non è presente un HR Manager.


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Come migliorare l'employer branding: consigli per iniziare

Esistono diverse strategie e strumenti per migliorare l’employer marketing. La loro adozione dipende da diversi fattori, a cominciare dal contesto aziendale di riferimento, passando per la storia dell’impresa fino alle caratteristiche delle risorse già presenti.

Una tecnica di marketing che risulta valida è quella delle 3T, la quale mette al centro tre valori: trasparenza, talento e team. In questo modo l’impresa riesce a farsi percepire come un luogo dove il lavoro di squadra e la qualità delle relazioni vengono messi ai vertici della scala dei valori e in cui diventa stimolante lavorare.

Più in generale, puoi rafforzare l’employer branding tramite alcune iniziative e accorgimenti che servono ad incrementare il coinvolgimento dei dipendenti. Ci riferiamo, ad esempio, a:

  • gratificare i dipendenti, valorizzando l’importanza del loro contributo per l’azienda; il riconoscimento può assumere diverse forme, non unicamente quello della retribuzione.
  • Organizzare attività che contribuiscono a rafforzare lo spirito di squadra, ad esempio quelle di team building aziendale.
  • Concedere forme flessibili di lavoro, come il lavoro ibrido.

Con questi semplici, ma importanti azioni, puoi migliorare l’employer branding. Contribuirai a rendere più positiva l’immagine della tua azienda, ad attirare nuovi talenti e a far sentire motivati e coinvolti i dipendenti che già lavorano per te