Capitolo 2

Turno di lavoro notturno: come funziona e qual è la normativa in materia

Il lavoro notturno è sottoposto a regole ben precise, che determinano limiti, durata e riposo: ecco quali sono le principali.

Autore: Dipendenti in Cloud
 

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Nell’organizzazione del lavoro della tua azienda, puoi prevedere dei turni da svolgere di notte. Trattandosi di lavoro notturno, quindi svolto in particolari orari, è sottoposto a regole specifiche e ad una normativa dedicata, che definiscono obblighi, regole e limiti per i datori di lavoro e i lavoratori.
Scopriamo quindi la definizione di turno notturno, come funziona e come viene regolamentato.


 

Che cos’è il lavoro notturno

Se la tua impresa ha necessità di mantenere la produzione o l’offerta dei servizi anche di notte, hai bisogno di prevedere nell’organizzazione dei turni anche il turno di notte.

Il Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66 definisce periodo notturno una prestazione di lavoro che viene svolta in orario notturno per almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo tra mezzanotte e le 5 del mattino.

Il decreto identifica il lavoratore notturno come il lavoratore che svolge almeno una parte del proprio orario di lavoro durante il periodo notturno secondo le norme dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro specifici. In assenza di norme dei CCNL, viene considerato lavoratore notturno il lavoratore che svolge, per almeno tre ore, lavoro notturno coprendo un minimo di 80 giorni lavorativi all’anno.

 

Limitazioni al lavoro notturno: chi non può fare il turno di notte

La normativa, e in particolare il Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, indica alcune categorie di lavoratori per i quali è vietato prestare servizio durante il periodo notturno.
Si tratta di categorie di lavoratori che rientrano in fasce protette per motivi di salute, familiari o anagrafici.

In particolare, non possono mai svolgere il turno di notte il lavoratore minorenne, con meno di 18 anni e la lavoratrice in stato di gravidanza e per tutto il primo anno del bambino.

Invece, non hanno l'obbligo di svolgere il lavoro notturno:

  • il dipendente con persone disabili a carico secondo Legge 104;
  • la lavoratrice madre di un figlio fino a 3 anni d’età o, in alternativa, il padre lavoratore convivente con lei;
  • il dipendente unico genitore di un figlio convivente con meno di 12 anni d’età.
  • la lavoratrice madre adottiva o affidataria di un minore, nei primi tre anni dall'ingresso del minore in famiglia (e comunque non i 12 anni di età) o, in alternativa ed alle stesse condizioni, il lavoratore padre adottivo o affidatario convivente con la donna.

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Quanto dura il lavoro notturno

Come specificato dalla normativa di riferimento, il periodo notturno è definito dalla durata di almeno 7 ore consecutive nell’intervallo tra mezzanotte e le 5 del mattino.
Solitamente, gli orari più utilizzati per coprire il turno notturno sono:

  • dalle 22:00 alle 5:00,
  • dalle 23:00 alle 6:00,
  • dalle 24:00 alle 7:00.

La prestazione lavorativa tuttavia può durare anche per un orario più lungo. Perché il lavoro venga riconosciuto come notturno è necessario che si svolga per almeno tre ore nella fascia oraria tra mezzanotte e le 5 del mattino, non meno di 80 giorni lavorativi notturni l’anno.

Ogni CCNL inoltre stabilisce un limite massimo di ore che il dipendente può coprire ogni 24 ore con il turno di notte.


 

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Riposo dopo il turno notturno

Quando devi organizzare il turno notturno, hai bisogno di tenere a mente anche il periodo di riposo che deve essere concesso ad ogni dipendente dopo il turno. In particolare, è importante considerare il principio stabilito dall’articolo 7 del Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, secondo cui al dipendente deve essere riconosciuto tra un turno di lavoro e l’altro un riposo minimo di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore.


Scopri come gestire al meglio i turni dei tuoi dipendenti, diurni e notturni, nell’articolo dedicato all’organizzazione turni.

 

Quanto è pagato il lavoro notturno

Il turno di notte è una mansione che comporta una maggiorazione dello stipendio. Per stabilire quanto pagare il lavoro notturno, puoi prendere a riferimento le norme contenute nel CCNL specifico per la tua azienda.

Nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro infatti sono riportate le maggiorazioni da applicare per il pagamento delle ore lavorative prestate in orario notturno. La quota di maggiorazione aumenta nel momento in cui il dipendente svolge il turno notturno durante un giorno festivo, sempre in base alle specifiche indicazioni del contratto collettivo di riferimento. Le maggiorazioni si aggirano in media tra il 15% e il 30%, come nel caso dei lavoratori metalmeccanici o sottoposti al Contratto Collettivo Chimico Farmaceutico.

Con questo secondo capitolo abbiamo l’approfondimento sulle definizioni e normative in materia di turni. Nel primo, dedicato al lavoro a turni, abbiamo trattato l’argomento a livello generale, mentre in questo abbiamo esaminato le implicazioni e le regole del turno di lavoro notturno. Nei prossimi capitoli capiremo quali strumenti puoi utilizzare per organizzare e gestire i turni del personale. Turni di lavoro in Excel o programma per turni di lavoro: qual è la soluzione migliore?

 

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