Stili di leadership: e tu, che leader vuoi essere?

Puoi essere leader in diversi modi, adottando uno o più stili di leadership. Autoritario o democratico, direttivo o partecipativo: qual è lo stile più efficace per gestire i tuoi dipendenti e la tua azienda? Ti aiutiamo a trovare la risposta.

Autore: Dipendenti in Cloud

 

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Si parla tanto di leadership, ma si fa molta fatica a concretizzarla. Nell’articolo dedicato a come diventare leader abbiamo visto alcuni comportamenti che possono aiutarti a farti percepire come un leader dai tuoi dipendenti. In questo articolo faremo un passo avanti, mostrandoti alcuni “modi” in cui puoi essere leader.

Non ci limiteremo ad elencare una serie di stili, ma ci ragioneremo e capiremo come li puoi applicare alla gestione quotidiana dei tuoi dipendenti. Daremo poi una risposta alla domanda che in molti si pongono: qual è lo stile migliore di leadership? Alla fine dell’articolo riuscirai a capire con più consapevolezza quale leader sei ora e quale vorresti essere.

 

Cos’è uno stile di leadership?

Consultando i dizionari, tra i significati di “stile” troviamo:

  • il modo abituale di comportarsi, di agire e di parlare,
  • la modalità o tecnica di eseguire una determinata azione.

Possiamo quindi considerare lo stile di leadership come il modo utilizzato da un leader per interagire con i suoi dipendenti e raggiungere gli obiettivi. Questo “modus” si può riferire a un modello, che il leader cerca di applicare.

Nel corso del tempo, esperti in psicologia e management hanno elaborato diverse teorie sugli stili di leadership. Noi non ne terremo in considerazione una in particolare, ma elencheremo gli stili suddivisi in “ambiti” della relazione con i dipendenti.

 

Quali sono gli stili di leadership?

Iniziamo l’esposizione con una doverosa premessa: il più delle volte gli stili esposti sono degli “estremi” di un continuum di comportamenti.

Rapporto con i dipendenti: stile autoritario o democratico

I primi due stili si riferiscono alla gestione “globale” del rapporto con i dipendenti. Potresti comportarti come un leader:

  • Autoritario: si pone in una posizione superiore rispetto ai propri dipendenti. È orientato al potere, vuole avere il controllo della situazione, è coercitivo e agisce assegnando premi e punizioni. Impone la sua visione e le proprie decisioni, senza dare spiegazioni o lasciare possibilità ai lavoratori di dire la propria.
  • Democratico: è invece molto attento alla relazione che instaura con i dipendenti, dà loro fiducia e li valorizza. Ascolta le loro opinioni e concede loro un certo grado di autonomia nelle decisioni e nelle azioni.

Chi decide: stile direttivo, persuasivo o partecipativo

In base al modo di assumere decisioni nella tua azienda, potresti assomigliare a un leader:

  • Direttivo: è il leader che prende le decisioni, perlopiù senza dare spazio di discussione. È sempre lui a stabilire gli obiettivi, come raggiungerli ed entro quali scadenze. Infine, si occupa anche di fare controlli su ciò che viene eseguito.
  • Persuasivo: definisce ruoli e compiti ma, a differenza del leader direttivo, è disponibile ad ascoltare il parere dei suoi dipendenti. Inoltre, tende a spiegare le proprie scelte, mostrando la loro importanza per l’azienda.
  • Partecipativo: molto affine al leader democratico (a cui spesso si sovrappone concettualmente), raccoglie le opinioni e il riscontro di tutti i dipendenti. Secondo Goleman (psicologo e autore di una delle principali teorie sugli stili di leadership), il rischio del prendere decisioni adottando uno stile democratico è di avere “un turbinio di riunioni interminabili nel corso delle quali ognuno propone idee [...] senza atterrare su di una soluzione e magari aggiornandosi ogni volta alla riunione successiva”.

Chi esegue i compiti: lo stile "battistrada" o delegante

Inoltre, considerando come gestisci i compiti in azienda, potresti essere affine a un leader:

  • Battistrada: è concentrato sugli obiettivi da raggiungere, propone standard di prestazione elevati e pretende dai dipendenti un costante miglioramento del proprio rendimento, in termini sia di quantità che di qualità. Non appena si accorge che qualcuno non sta lavorando con buone prestazioni, interviene in prima persona (facendo da battistrada) per risolvere il problema. Spesso il dipendente si sente schiacciato dalle pretese e dubita che il leader si fidi delle sue capacità di lavorare in autonomia
  • Delegante: lascia il dipendente autonomo nell’organizzare le sue attività, pur rimanendo nelle linee-guida generali stabilite a monte. 

Il focus: leader orientato al compito o alla relazione

Infine, un’altra distinzione in cui potresti riconoscerti è quella tra leader:

  • Orientato al compito: come si può facilmente intuire, concentra la propria attenzione sul lavoro. Stabilisce obiettivi ben definiti e modi precisi per raggiungerli. Suddivide i compiti e attua controlli in modo accurato. È spesso molto esigente e mette pressione ai dipendenti affinché raggiungano i risultati prefissati.
  • Orientato alla relazione (o affiliativo): lavora molto sulla relazione con e tra i dipendenti. Si adopera per ridurre i conflitti e far sentire tutti a proprio agio. Mostra empatia nei confronti delle persone e interesse per il bene dei suoi collaboratori.

 

Quale stile di leadership è il migliore?

In assoluto, nessuno.
Alcuni di questi stili si sovrappongono concettualmente, quindi non è sempre distinguerli e stabilire quali preferire e quali evitare.

A nostro parere, la soluzione migliore è attingere dai diversi stili considerando:

  • situazione,
  • competenze dei dipendenti,
  • competenze e attitudini del leader.

Vediamo alcuni esempi.

  • Situazione
    Essere un leader autoritario può risultare utile quando in azienda vi sono conflitti, oppure in fase di crisi e di trasformazione. Infatti, in questi casi, una guida “sicura” può rappresentare una sicurezza per i dipendenti, che già risentono della confusione generata dalla situazione.
    Comportarsi da leader democratico, invece, è preferibile in condizioni di relativa “tranquillità”, quando non ci sono scadenze pressanti e se si vuole lavorare sulla motivazione dei dipendenti.
  • Competenze dei dipendenti
    Essere un leader direttivo aiuterà i dipendenti inesperti ad eseguire i compiti richiesti, perché trarranno giovamento da indicazioni precise, obiettivi prefissati e controlli periodici.
    Quando i membri del team sono competenti, sicuri delle proprie capacità e motivati, è preferibile invece comportarsi da leader delegante.
  • Competenze e attitudini del leader
    Per applicare lo stile affiliativo sono richieste accentuate doti relazionali e comunicative, che non tutte le persone possono avere.

A questo punto puoi iniziare ad analizzare come gestisci ora il rapporto con i tuoi dipendenti: come prendi le decisioni, chi esegue i compiti e se dedichi attenzione alla relazione o prevalentemente al compito. Potrai riconoscerti in uno stile o, più probabilmente, porti in una via intermedia tra due stili differenti.

Grazie ai nuovi concetti che hai appreso, sarai in grado di lavorare sul tuo modo di essere leader e avvicinarti al modello che più ritieni efficace per gestire i tuoi dipendenti e le situazioni che si vengono a creare in azienda.

 

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